Sul quotidiano «La Provincia» di Cremona del 29
aprile 1987 Elia Santoro pubblica questo articolo dal titolo «La liuteria
cremonese protagonista in due splendide serate a Pesaro e Bologna», con l’occhiello «Un particolare importante successo dell’Aclap»:
«Antonio Stradivari ha, in questi giorni,
tenuto banco, per dirla in gergo popolare. E non potremmo definire diversamente
le manifestazioni alle quali abbiamo preso parte nel giro di 48 ore tra domenica
e lunedì, prima a Pesaro e poi a Bologna. Stradivari ha elettrizzato con i suoi
violini e con la grande tradizione. Infatti, a Pesaro la Fismed (Federazione
italiana strumenti musicali, elettronica e dischi) di Roma, aderente alla
Confesercenti, ha premiato con targa e medaglia d’oro l’Associazione
cremonese liutai artigiani professionisti (Aclap) per i meriti acquisiti in
questi anni per la diffusione e la conoscenza dell’artigianato liutario e della
tradizione cremonese nella costruzione degli strumenti ad arco.
A Bologna, invece, la presenza del grande violoncellista Rostropovich (che
possiede uno straordinario strumento di Stradivari e al quale è andata una
serata d’onore con un concerto indimenticabile svoltosi nella sontuosa
secentesca Villa Albergati a Zola Predosa nel bolognese), della giovanissima violinista
Anne-Sophie Mutter, che suona da poco tempo con uno Stradivari 1710, e del
violista Bruno Giuranna che suona con uno strumento di scuola veneziana ispirata
a Cremona, ha portato nella capitale dell’Emilia-Romagna una ventata di
straordinaria allegria e di suggestivo fascino musicale in onore di un artista
che ha speso la sua vita per la musica, dedicando al violoncello la parte più
preminente dei suoi vasti interessi (è infatti pianista, direttore d’orchestra, compositore,
ammiratore dei giovani talenti con i quali spesso usa suonare).
L’altra sera
aveva al fianco la Mutter ed è stato, con un programma dedicato ai trii per archi
di Beethoven, un avvenimento che non sarà dimenticato dai 600 invitati convenuti
nell’affascinante salone della Villa Albergati, che il marchese Girolamo volle
grandioso per ospitare la cultura barocca, magistralmente combinata con le architetture
del Sochi e del Monti e col ciclo degli affreschi della scuola bolognese del
Colonna, del Bigari, del Burrini e del Valiani.
Il 27 aprile Mstislav Rostropovich è stato festeggiato con la musica e con Stradivari e la
presenza dell’Aclap (che ha portato la mostra «Liuteria classica: un metodo»
visibile al pubblico, sino al 20 maggio, nella Galleria d’arte moderna al
palazzo dei congressi), del presidente Bissolotti, del vice presidente Feroldi nonché
di tutti gli appartenenti all’associazione cremonese dei liutai professionisti compresa
Wanna Zambelli, del sindaco Renzo Zaffanella accompagnato dalla consorte che,
con il maestro Andrea Mosconi, ha fatto da scorta al «Cremonese» 1715.
Mentre i tre concertisti eseguivano il programma, l’attenzione degli invitati
si era improvvisamente spostata verso il gruppo dei cremonesi che invano ha
cercato di rendere «anonima» la presenza di Stradivari al quale, per la verità,
era stata riservata una seggiola. Si era diffusa la notizia che un violino Stradivari
era stato portato appositamente da Cremona, dalla città nella quale erano
nati anche gli strumenti tra le mani di Rostropovich e della Mutter.
Serata, si è detto, irripetibile alla quale non potevano mancare coloro che
sono i vessilliferi della grande tradizione liutaria rappresenta dal Comune per
le celebrazioni stradivariane del 1987, dal violino ex Joachim 1715 e dall’Aclap che, dal
1973, ha portato per il mondo una mostra raggiungendo a Bologna la ventesima
edizione.»
Fra
i tanti episodi della serata bolognese, un paio, esilaranti, riguardano la cena
di gala nella splendida Villa Albergati a Zola Predosa. La storia racconta di
una delle più splendide opere architettoniche del Barocco Europeo, al centro
della vita mondana e culturale di Bologna. Villa Albergati ha ospitato re,
regine, principi, musicisti, letterati, scienziati ed avventurieri. Tra le sue
mura è passato un pezzo di storia. Un luogo intatto, immerso in un parco
secolare, a pochi minuti dal centro della città, dove lo sguardo si perde tra
la pianura e le dolci colline. Affreschi, arredi originali, mobili e quadri,
tutto è ancora come allora ed è ancora oggi cornice per gli eventi più
prestigiosi.
Dopo vari assalti al ricco
buffet, il fine cena in onore del maestro Rostropovich è dolcissimo: su un
enorme tavolo al centro del salone d’onore viene posizionato un violoncello in
scala 1:1 interamente di ottimo cioccolato fondente, dal quale i commensali
staccano e succhiano i piroli, l’anima, il riccio e pezzi di tavola armonica.
Senza dare nell’occhio, Feroldi passa un candido fazzoletto al professor Mosconi
perché si pulisca i due vistosi baffi marroni che si è disegnato sul viso
succhiando avidamente un pirolo.
La scenetta più divertente avviene però sulla grande
balconata esterna della Villa, dove tutti i commensali si sono trasferiti per
assistere ai fuochi d’artificio in onore del maestro (una enorme scritta
luminosa lampeggia nel cielo con le parole «Grazie, Mischa!», il nomignolo col
quale viene chiamato familiarmente Mstislav Leopol’dovič Rostropovič). Tanti
gli artisti presenti: fra questi, il violinista Uto Ughi, il violista Bruno
Giuranna e l’attraente ventiquattrenne violinista Anne-Sophie Mutter. Ed ecco che Uto Ughi, che non conosce bene il tedesco, si mette a fare il galante con la tedesca
Mutter per il tramite di Giuranna, che funge da interprete. La Mutter risponde
in tedesco e Giuranna traduce in italiano. Feroldi sorride di
nascosto, ma Ughi se ne accorge e con un gesto della mano fa capire che ne vale
la pena. Il bello è che ride anche la Mutter, non si sa se per i complimenti di
Ughi o per il suo insolito modo di corteggiare una donna.
Allestita nella «Galleria d'Arte Moderna» al Palazzo dei Congressi di Bologna nel quartiere della Fiera, dalla mattina dello stesso 27 aprile la mostra Aclap apre i battenti al pubblico, che affolla da subito le sale per
visitare le varie sezioni: «Dall’albero al violino», «La bottega del
liutaio», la sequenza fotografica sul «Restauro dello strumento» e «Un
capolavoro della liuteria classica cremonese» rappresentato dal violino di Antonio
Stradivari «Cremonese» 1715 di proprietà del Comune di Cremona ed esposto in
una teca blindata.
Nella foto: © Palazzo Albergati a Zola Predosa - Bologna Welcome