Il maestro Sacconi nella
testimonianza del grande liutaio,
 restauratore ed esperto
Hans Weisshaar
per il libro «Dalla liuteria alla musica:
 l'opera di Simone Fernando Sacconi»

Los Angeles, 21 marzo 1984

Conobbi Sacconi per la prima volta nel 1937 a Cremona, e più tardi lo stesso anno a New York, dove dirigeva la bottega di Emil Herrmann. In quell'occasione gli mostrai un violino ancora senza vernice per averne una sua critica e dei consigli. Da allora gli feci regolari visite finché divenni dipendente di Emil Herrmann. Da quel momento in poi, lavorando a tempo pieno con Sacconi, ebbi l'eccezionale opportunità di rimanere sotto la sua guida fino al 1947, quando mi trasferii a Los Angeles e mi misi in proprio. Non mi soffermerò su degli aneddoti, ma citerò quelli che ritengo siano i più importanti e mirabili contributi che quest'uomo rinascimentale ha dato alla nostra arte ed alla nostra professione.

Innanzitutto, aveva una destrezza stupefacente in tutte le fasi dell'intaglio del legno, tanto da collocarlo fra i migliori mai esistiti. Inoltre, sapeva disegnare e ritoccare come un pittore e, soprattutto, conosceva a fondo i grandi liutai classici italiani dei secoli XVI, XVII e XVIII ed aveva gradualmente acquisito – attraverso la sua quasi fanatica dedizione ed operosità – un vasto sapere generale ed un gusto raffinato.

Tutti questi doni meravigliosamente sviluppati si accompagnarono ad una fantasia artistica che gli permise di inventare nuove e sofisticate tecniche di riparazione, che insegnò a quegli allievi che realmente lavorarono con lui. Fu un vero pioniere in questo campo ed il risultato della sua attività didattica fu un innalzamento del livello della liuteria e del restauro negli Stati Uniti, al punto che quel livello è ancor oggi insuperato.

I suoi colleghi hanno continuato la sua opera sia qui che in Europa. Per quanto riguarda la ricerca, nessuno prima di Sacconi ha eguagliato lo zelo con cui lui studiò il lavoro dei liutai classici italiani. Lo studio veramente minuzioso di circa i due terzi dell'opera di Stradivari gli permise di pubblicare il suo così prezioso libro: «I 'Segreti' di Stradivari». Nacque in lui anche un grande interesse per lo studio dei materiali usati dai liutai classici, e le sue scoperte riguardanti i materiali per la filettatura usati dai diversi liutai e nelle diverse scuole furono fedelmente catalogate e ampliate da Dario D'Attili, che di Sacconi fu senza dubbio l'allievo più devoto, l'assistente e il collaboratore di più lunga durata (35 anni).

Mi è stato chiesto in che modo Sacconi abbia influenzato il mio lavoro. La risposta è: "In tutti i modi." Mi ha aiutato a capire e ad apprezzare la grande tradizione classica italiana.

Los Angeles, 21 marzo 1984

Tratto dal libro: «Dalla liuteria alla musica: l’opera di Simone Fernando Sacconi», presentato ufficialmente il 17 dicembre 1985 alla Library of Congress di Washington, D.C. (Cremona, ACLAP, prima edizione 1985, seconda edizione 1986, pagg. 56-57 - Italian / English).


The master Sacconi
in the testimony
of the great violinmaker,
restorer and expert
Hans Weisshaar
to the book «From Violinmaking to Music: The Life 
and Works of
Simone Fernando Sacconi»

Los Angeles, March 21, 1984

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