Il maestro Sacconi

nella testimonianza di
Marianne Wurlitzer
(Ex Vice -Presidente della Rembert Wurlitzer, Inc.)
per il libro
«Dalla liuteria alla musica:
l'opera di Simone Fernando Sacconi»

New York, 11 luglio 1985

Persino verso la fine della sua vita, quando la profondità delle sue conoscenze in materia di strumenti ad arco era leggendaria, Fernando Sacconi era quasi come un bambino nella sua curiosità e nel suo costante entusiasmo. Mi ricordo quando lo presentai ad un mio giovane amico che studiava restauro pittorico. Gli occhi di Sacconi si illuminarono e cominciò a porre domande al mio amico nella speranza di poter apprendere qualche recente scoperta in fatto di pigmenti o vernici. Chiunque mostrasse un interesse autentico per qualcosa che avesse a che fare con gli strumenti ad arco entrava automaticamente in sintonia con Sacconi – in verità egli era incapace di tenere per sé il proprio sapere. Credo che più che qualsiasi altra qualità, questa sua generosità e questo dare disinteressatamente il suo sapere e la sua energia lo hanno reso un grande maestro. Dava sempre a tutti il meglio di sé. Non ricordo di averlo mai visto dare di meno e, se mostrava un momento di impazienza, era sempre breve e dovuto soltanto alla sua tenace ricerca della perfezione nel proprio lavoro, che naturalmente pretendeva dai suoi allievi.

Sacconi dava se stesso non soltanto ai suoi colleghi e allievi. Ricordo un sabato mattina quando una bambina venne al negozio prima della sua lezione di violino alla Juilliard. Piangeva perché il suo archetto di mezza misura era rotto. Sacconi venne a consolarla, spiegandole pazientemente che la vite e l'occhiello dovevano essere semplicemente cambiati e che poi tutto sarebbe tornato a posto. Quel giorno il negozio era ufficialmente chiuso ed infatti non c'era nessuno degli altri che vi lavoravano. Portò la bambina dietro nella bottega e lei lo guardò per tre quarti d'ora mentre cercava l'occhiello e la vite che potessero andar bene sul suo piccolo archetto. Naturalmente quell'archetto non valeva il tempo che aveva impiegato per aggiustarlo! Sacconi non analizzava mai la situazione – un problema doveva essere risolto e nel modo giusto. Era tutto lì. Una delle qualità del suo genio era proprio questa semplicità e questa spontanea visione della vita. La vita di Sacconi ruotava intorno agli strumenti ad arco e, in particolare, allo studio di Stradivari, alla pesca, ai funghi, al suo orto, alla fotografia e alla sua meravigliosa moglie Teresita.

L'attenzione di Sacconi per i dettagli non ha mai cessato di stupirmi, specialmente l'entusiasmo che mostrava riguardo a problemi minori. Trascorreva ragguardevoli periodi di tempo provando corde diverse su uno stesso strumento dopo averle lui stesso calibrate con cura. Esaminava pazientemente le conchiglie di abalone, immaginando con quali parti si sarebbero potute ottenere delle diapositive particolarmente belle, borbottando che le uniche conchiglie di vera qualità venivano dalla costa della Francia a nord di Bordeaux. Inventò un supporto ad arco per la protezione delle cime degli abeti nelle nostre umide estati – un congegno meravigliosamente semplice ed efficace fatto di cartoni del latte. Trovava la loro superficie cerata perfettamente adatta allo scopo e chiese a tutti di portare i loro cartoni del latte al negozio!

Fra i ricordi che ho di questo grande uomo, c'è un piccolo momento verso la fine della sua vita, dopo che ebbe un lieve attacco di glaucoma. Temendo che potesse perdere le sue capacità o che qualcuno potesse pensarlo, prese un coltello ed in un lampo fece un cerchio assolutamente perfetto in un pezzo di legno! "Vedi, non sono poi così male", disse. Poco dopo, era di nuovo totalmente immerso nella riparazione di un violino.

Il mondo degli strumenti ad arco, e perciò della musica, ha un debito enorme con Fernando Sacconi. Cosa anche più importante dell'essere stato lui stesso un grande liutaio, ha sviluppato l'arte della conservazione e del restauro degli strumenti ad arco ad un livello prima sconosciuto negli Stati Uniti: ha insegnato ed ha ispirato un gran numero di allievi ed una schiera di musicisti gli sono grati. E moltissimi altri sono ancor più che grati per il solo privilegio di averlo conosciuto.

New York, 11 luglio 1985

Tratto dal libro: «Dalla liuteria alla musica: l’opera di Simone Fernando Sacconi», presentato ufficialmente il 17 dicembre 1985 alla Library of Congress di Washington, D.C. (Cremona, ACLAP, prima edizione 1985, seconda edizione 1986, pagg. 123-124 - Italian / English).


The master Sacconi

in the testimony of
Marianne Wurlitzer
( Former Vice President of Rembert Wurlitzer, Inc. )
to the book «From Violinmaking to Music:
The Life and Works of
Simone Fernando Sacconi»


New Yok, July 11, 1985

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