A Vienna l'ultima tappa di una esaltante esperienza per presentare al mondo la
tradizione musicale della città di Stradivari
di Franco Feroldi
Cremona, dicembre 1989
"Presentare Cremona al mondo significa
offrire l'immagine che costituisce la sua carta d'identità più prestigiosa e
conosciuta: l'immagine di città liutaria della grande tradizione classica,
divenuta ormai tappa d'obbligo nei circuiti del turismo internazionale. La
liuteria classica cremonese è quella che nasce coi nomi degli Amati, degli
Stradivari e dei Guarneri, ma che affonda le sue radici lontano nel tempo,
forse nella stessa cultura della maestosa porta orientale d'Europa: Venezia."
Con queste parole si apre il
saggio («Sulle orme di Stradivari») con il quale il musicologo Claudio Gallico ha
voluto arricchire il Catalogo della mostra «Classical violinmaking: a
method / Liuteria classica: un metodo» presentata dall'Aclap di Cremona nell’ottobre 1989 in un
sontuoso palazzo del Settecento a due passi dalla Rathaus, la residenza
municipale, nel cuore di Vienna.
La storia di questa fortunata mostra
liutaria coincide con la storia stessa dell'Associazione che l'ha prodotta (l'Associazione
Cremonese Liutai Artigiani Professionisti), una storia che nasce e si sviluppa
in Cremona dal 1973 grazie all'iniziativa di un gruppo di ricerca
interdisciplinare formato da liutai e studiosi. Si tratta di una Associazione a
carattere rigorosamente professionale che ha come scopo statutario la piena
valorizzazione della tradizione liutaria cremonese e lo sviluppo di una moderna
liuteria artigianale di qualità, fedele ai canoni della scuola classica e tutta protesa alla sperimentazione tecnica dal vivo del rapporto diretto fra liutaio costruttore
e grande interprete musicale.
Storicamente tale ricerca prende
le mosse dalla fondamentale lezione di Simone Fernando Sacconi, il grande liutaio
che ha restaurato la maggior parte degli strumenti classici oggi esistenti e
che morirà a New York l'anno stesso in cui ha inizio l'attività dell'Aclap.
Creatività e personalità, qualità e professionalità costituiscono oggi i
caratteri originari ritrovati di una tradizione che, grazie a Sacconi e ai
continuatori della sua opera, ha ormai assunto il valore di una esaltante esperienza
culturale internazionale.
La mostra allestita a Vienna, nel
segno dell'incontro liutario e musicale fra due grandi geni (Stradivari e
Mozart), non è che l'ultima tappa di un frenetico tour espositivo che ha
portato Cremona e la sua liuteria classica nelle principali città italiane e in prestigiose capitali straniere. Milano (con ben tre allestimenti: Teatro alla Scala, Conservatorio di Musica «Giuseppe Verdi» e Palazzo Isimbardi, sede della Provincia), Genova, Venezia, Roma, Bologna, Parigi, Osaka,
Ginevra, Lugano/Pura, Bucarest, Saint-Ėtienne in Francia, Bastia in Corsica, Università di Urbino, Conservatorio «Niccolò Paganini» della Spezia, Copenaghen, Washington DC sono soltanto alcune delle
tappe più significative di un ricco programma di promozione liutaria che l'Aclap,
grazie anche alla collaborazione del Comune di Cremona, ha saputo attuare con
pieno successo.
I violini e il metodo costruttivo
degli antichi maestri hanno sollecitato curiosità culturali ed emozioni in
centinaia di migliaia di appassionati, di studiosi, di amatori oltre che nel pubblico
cosmopolita delle grandi capitali; ma fortunati, determinanti, sono stati
soprattutto gli incontri con alcuni dei più grandi interpreti musicali del
nostro tempo.
A Genova, alla mostra Aclap inaugurata dall'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini nel quadro ufficiale delle «Celebrazioni Paganiniane» del 1982, Salvatore Accardo ha scoperto la valentia
tecnica e artistica del maestro cremonese Francesco Bissolotti; da
quell'incontro è nato un rapporto di stretta collaborazione creativa che ha
dato frutti copiosi (l'ormai famosa viola a 5 corde o «Controviola Paganini»
costruita da Bissolotti per Accardo ne è solo un esempio). A Venezia, nel 1984,
altrettanto felice è stato l'incontro fra Bissolotti e il grande violinista Uto Ughi nell'ambito
delle manifestazioni collaterali al Premio «Una vita per la musica» né va dimenticato
il violoncello da concerto costruito dal maestro liutaio Wanna Zambelli di Cremona (la
prima donna liutaio italiana, terza nel mondo) per il famoso violoncellista Rocco Filippini.
A Vienna, accanto a pregevoli pannelli
illustrativi del processo di costruzione del violino («Dall'albero al violino»),
alla «Bottega del liutaio» (ricostruzione di una vera bottega artigiana con liutai
al lavoro) e alla sequenza fotografica sul «Restauro dello strumento», sono
state allestite due speciali sezioni: una dedicata ad Antonio Stradivari (con
l'esposizione del prezioso violino «Cremonese» 1715 e alcuni attrezzi, forme e disegni originali del grande liutaio conservati nel Museo Stradivariano
di Cremona); l'altra, dedicata alla giornata cremonese di Mozart (il giovane
Wolfgang Amadeus, infatti, accompagnato dal padre Leopold, il 20 gennaio 1770
fu a Cremona e assistette al teatro «Nazari», ora «Ponchielli», alla
rappresentazione del dramma per musica «La clemenza di Tito» del brillante compositore Michelangelo Valentini).
Da questa multiforme e
ricca esperienza internazionale condotta dall'Aclap (accanto alle mostre, intense sono state anche l'editoria libraria e l'organizzazione di convegni e
concerti), è maturato il proposito di dar vita a una permanente attività di ricerca e di studio sulle fonti e sulla
storia della liuteria classica. Ha preso così avvio in Cremona il Centro
Internazionale di Storiografia Liutaria «Simone Fernando Sacconi» che raggruppa, nel segno di una comune passione per gli strumenti ad arco, studiosi e musicisti
ai più diversi livelli.
Un passato, dunque, e un presente che perpetuano quella creatività che ad opera
del compianto Simone Fernando Sacconi è stata recuperata direttamente dai canoni della tradizione classica. E se gli antichi maestri sono oggi un poco più noti e un
poco più amati, lo si deve innanzitutto a Sacconi e a tanti altri, fra i quali: il professor Alfredo Puerari (dal 1936 alla guida dell’Ente Provinciale per Il Turismo e dal 1947 direttore dei Musei Civici di Cremona), lo storico e giornalista Elia Santoro e il Conservatore
dei Beni Liutari della Città
di Cremona, Andrea Mosconi; ma lo si deve anche all'opera incessante e determinata di un’Associazione di professionisti, l'Aclap, che ha saputo far tesoro della grande lezione della liuteria
stradivariana, studiata con passione per un'intera vita, magistralmente reinterpretata e rimessa in valore da Sacconi.