La prima liutaia italiana
di Cremona

Wanna Zambelli e la storia di un mestiere antico la cui tradizione
viene tramandata da oltre quattro secoli

by Barbara Manzini


«Il Globo», Quotidiano Nazionale
Sydney / Melbourne (Australia)

Giovedì 23 giugno 2022
Link:
Il Globo It  /  Il Globo En



Wanna Zambelli è stata la prima liutaia diplomata presso quello che oggi è conosciuto come Istituto di Istruzione Superiore «Antonio Stradivari» e che all’epoca era la Scuola internazionale di liuteria di Cremona.

Istituita con un Regio Decreto il 21 settembre del 1938, la scuola è nata subito dopo i festeggiamenti per i 200 anni dalla morte di Stradivari, con l’intento di creare un centro di istruzione professionale di alta qualificazione nel campo della costruzione di strumenti ad arco e per mantenere la tradizione della scuola cremonese in questo ambito.

La giovane Wanna a neanche 14 anni, finite le medie, si è trovata a decidere a quale istituto tecnico o professionale iscriversi, ma lei, che abitava a Volongo, un paesino della provincia di Cremona, non aveva le idee chiare.

Così, quando un professore suo conoscente le suggerisce la scuola di liuteria, sempre alla ricerca di studenti, la ragazza, accompagnata dalla madre, visita l’istituto e si iscrive. È l’inizio, casuale, di una grande storia di dedizione e di una carriera ricca di successi.

La scuola internazionale di liuteria accoglieva studenti da tutto il mondo, i numeri erano davvero piccoli all’epoca, non erano in tanti interessati alla costruzione di violini, viole, violoncelli e contrabbassi.

“Appena cominciato, ho subito capito che mi sarebbe piaciuto moltissimo, mi ha sempre dato grande gioia poter creare, usare le mani per costruire – commenta Zambelli –. Gli insegnanti erano alcuni dei più grandi liutai, tra cui il maestro Francesco Bissolotti, il mio mentore, che mi ha fatto subito sentire a mio agio. La scuola durava quattro anni e quando sono arrivata c’erano soltanto 6 studenti il primo anno con me e un solo studente per ogni anno dal 2° al 4°. Nella mia classe eravamo in tre italiani, un israeliano, uno svizzero e un americano, questo per dire che la scuola è stata da subito internazionale, nonostante sia sempre stata pubblica”.

Per iscriversi non era richiesta alcuna conoscenza musicale e infatti Zambelli racconta che è stato a scuola che ha per la prima volta preso in mano un violino e seguito lezioni di musica.

“Durante i primi due anni ho preso confidenza con gli attrezzi da lavoro, imparando ad intagliare il legno; dal terzo anno in poi si cominciava a costruire uno strumento”, spiega la liutaia che ha terminato il suo primo violino all’età di sedici anni.

La tecnica di costruzione è la stessa dall’epoca di Stradivari, il famosissimo liutaio cremonese vissuto tra la seconda metà del 1600 e la prima metà del ‘700, i cui strumenti sono ricercati dai migliori musicisti internazionali ed esposti nei più importanti musei di tutto il mondo. Basti pensare che poche settimane fa uno dei suoi violini, lo ‘Stradivari Da Vinci-ex Seidel’, è stato messo all’asta per circa 20 milioni di dollari americani.

Gli strumenti vengono ancora costruiti dai liutai interamente a mano partendo da un pezzo di legno, impiegando almeno 200 ore – per un violino – e incollando all’incirca 72 parti. Un lavoro di passione e precisione.

“Credo che una delle caratteristiche necessarie per essere un bravo liutaio sia la pazienza” afferma Zambelli, che piegata sul banco da lavoro ha passato lunghe ore intagliando, misurando, incollando e verniciando i suoi strumenti.

Una volta ottenuto il diploma, Zambelli è stata invitata dal maestro Bissolotti a lavorare nella sua bottega, e un anno dopo, nel 1973, alla V Biennale Nazionale degli Strumenti ad Arco ha ottenuto il riconoscimento di "miglior liutaia sotto i 30 anni" con il conferimento della medaglia d'oro con targa del «Premio Simone Fernando Sacconi», un liutaio di fama internazionale, romano e cremonese di adozione, trasferitosi negli Stati Uniti.

In quegli anni, grazie anche all’influenza di Sacconi, l’arte della liuteria di Cremona ha cominciato a rivivere gli antichi fasti dell’epoca di Stradivari, vedendo moltiplicarsi le botteghe, così come il numero di studenti interessati a frequentare la Scuola di liuteria, dove Zambelli viene invitata ad insegnare. Qui, trascorrerà 44 anni trasmettendo la sua passione e competenza ai ragazzi ed essendo, ancora una volta, la prima insegnante donna.

“Mi piace molto fare gli strumenti, creare, ma insegnare ai ragazzi mi ha dato grande soddisfazione, era bello interagire con studenti provenienti da tutto il mondo, ho avuto anche uno studente australiano. Le classi erano piccole e chi frequentava aveva spesso età molto diverse fra loro, perché dall’estero si iscrivevano anche dopo aver frequentato le superiori o l’università; una volta mi ricordo di aver persino avuto uno studente in pensione”.

Gli strumenti vengono costruiti ancora con le stesse lavorazioni e tecniche di quattro secoli fa, ogni pezzo rimane quindi unico, così come il suono che produce. Per il violino si usano due legni diversi, a seconda della parte che si vuole produrre: l’acero dei Balcani serve per il fondo, le fasce e il manico, perché è un legno duro e per le sue caratteristiche estetiche. L’abete rosso delle Dolomiti, detto anche ‘abete di risonanza’, si usa invece per la tavola – la parte superiore della cassa.

Uno dei momenti più importanti della lunga carriera di Wanna Zambelli è stato quando Rocco Filippini, un famoso violoncellista, le ha chiesto di realizzare uno strumento per lui. Non deve essere stato facile costruire il violoncello per un musicista che suonava uno Stradivari del 1710, ma Zambelli ricorda: “Gli ho detto che non avrei cercato di fare una copia del suo Stradivari, ma avrei fatto uno strumento seguendo il mio stile e alla fine è rimasto molto contento”.

Wanna Zambelli e Gao Tong Tong


Wanna Zambelli con l'allievo Gao Tong Tong, attuale direttore della Scuola di Liuteria nel Conservatorio di Pechino,
in posa con il suo quartetto prima della verniciatura. 
Foto da «Il Globo», Sydney 23 giugno 2022

Wanna Zambelli

Una giovane Wanna Zambelli al lavoro nella sua bottega.
Foto da «Il Globo», Sydney 23 giugno 2022.

Wanna Zambelli

In abito scuro, con i suoi allievi l'ultimo giorno di insegnamento (28 giugno 2018) alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona. Foto da «Il Globo», Sydney 23 giugno 2022.


Zambelli’s pluck preserves
centuries-old tradition


Wanna Zambelli was the first luthier – someone who makes stringed instruments – to graduate
from what is now known as the Antonio Stradivari Institute of Higher Education.

by Barbara Manzini / Maggie Kerr

«Il Globo», Quotidiano Nazionale
Sydney / Melbourne (Australia)

Tuesday, June 28, 2022


At the time, the institution operated as the International School of Violin-Making in Cremona. The school was established by royal decree on September 21, in 1938, after celebrations were held for the 200th anniversary of Stradivari’s death. The aim was to create a highly regarded professional education centre for students wishing to learn how to create quality stringed instruments, in the traditional cremonese style.

At 14 years old, Zambelli finished middle school in Volongo, a village near Cremona, and began to think about which technical or professional institute she should enrol in.

A teacher suggested the school of violin-making and, after visiting the institute with her mother, Zambelli enrolled.

The school welcomed students from all over the world, though enrolments were low when Zambelli commenced, as not many people were interested in the construction of violins, violas, cellos and double basses.

“As soon as I started, I knew that this career was for me,” Zambelli says. “I’ve always loved using my hands; being creative and building things gives me great joy. “I was taught by incredible luthiers, including Maestro Bissolotti, who was such a supportive mentor.

“When I arrived, there were only 10 other students: six other first years in my classes and one student each in second, third and fourth year. “There were only three Italians in my class, one Israeli, one Swiss and an American.”

Students were not required to have any musical knowledge prior to enrolment – Zambelli picked up a violin for the first time once she began her lessons. “During the first two years of classes, I became familiar with the tools of the trade and learned how to carve wood,” she explains.

“In our third year, we started to build instruments.” Zambelli was only 16 years old when she finished crafted her first violin.

The techniques involved in constructing a violin have not changed for several hundred years; in fact, Stradivari himself would have used similar processes to create his famed instruments. A few weeks ago, one of Stradivari’s violins, the ‘Stradivari Da Vinci, ex-Seidel’, was put up for auction at 20 million US dollars.

The renowned luthier constructed his coveted instruments during the late 1600s and early 1700s – instruments which are sought after by the most successful international musicians and prominently displayed in museums all over the world.

These stringed instruments are still built entirely by hand. Luthiers begin with a single piece of wood and spend around 200 hours constructing each violin, which requires a total of 72 parts that must be glued together.

“I think patience is one of the most important characteristics for a luthier to have,” Zambelli says.

Once she obtained her diploma, Zambelli was invited by Maestro Bissolotti to join him in his workshop, and a year later, in 1973, she was named ‘best luthier under 30’ by Maestro Sacconi, an internationally renowned luthier from Cremona who moved to the United States.

During the 1970s, interest in instrument-making grew and Cremona began to welcome more and more students, luthiers, musicians and business-owners.

Zambelli was invited to teach at her alma mater, becoming the institute’s first female teacher. She remained at the Antonio Stradivari Institute of Higher Education for 44 years, sharing her knowledge and passion with hundreds of students. “I really love making instruments, but I got so much satisfaction from teaching students,” Zambelli says . “It was so nice to interact with students from all over the world – I even had an Australian student! “The classes were small and there was a huge variety in ages.

“Some students enrolled after attending high school or university, and others later in life, even after they had retired.”

As the instruments are still handmade, there is a unique quality to each one, which is reflected in their sounds. Two different woods are used in the construction of violins: Balkan maple for the back, sides and neck, and spruce from the Dolomites for the front plate.

One of the most important moments in Zambelli’s career was when famous cellist Rocco Filippini asked her to make an instrument for him. Though it would not have been easy to satisfy a musician who had played a 1710 Stradivarius, Zambelli recalls that Filippini had no complaints. “I told him I would not try to make a copy of his Stradivarius,” she says. “I wanted to make an instrument in my own style, and in the end he was very happy.”